Il Birrificio dell’Altavia è un birrificio agricolo attivo dal 2016 in provincia di Savona. La sua genesi partì un anno prima, quando la commissione di ReStartApp, concorso ideato dalla Fondazione Garrone con lo scopo di dare nuova linfa al tessuto imprenditoriale dell’Appennino, premiò il progetto di un birrificio artigianale capace di unire la passione per la birra artigianale con l’amore per la propria terra. L’azienda ha iniziato producendo a Sassello, per poi spostarsi nel 2022 a Quiliano, sempre nelle vallate del savonese. È una zona di transizione tra le Alpi e gli Appennini, caratterizzata da un’acqua di ottima qualità che impreziosisce le birre di Altavia.
Sin da subito il Birrificio dell’Altavia si è connotato per una forte identità locale. Questa impostazione si ritrova sia negli ingredienti impiegati sia nelle scelte commerciali. Relativamente alle materie prime, alcune sono prodotte in casa: l’azienda agricola coltiva infatti parte dei luppoli utilizzati nelle ricette e dell’orzo da cui sono ricavati i malti base. A livello strategico, invece, il birrificio ha sempre privilegiato lo sviluppo sul territorio, lavorando per consolidare il marchio innanzitutto in pub indipendenti e negozi specializzati della Liguria. Non è un caso che i nomi di molte birre in gamma presentino riferimenti alla zona in cui opera Altavia. Il birrificio dispone anche di un allevamento di api da cui ricava un miele di ottima qualità usato in alcune birre.
Nel tempo Altavia ha ottenuto una grande considerazione come birrificio specializzato sulle Lager di stampo tedesco. La gamma base dell’azienda è costituita da cinque birre, tre delle quali appartenenti a stili a bassa fermentazione: una Pils (Badani), una Bock (Deiva) e una Keller (Anniversario), a cui si aggiungono un’American IPA (Contamusse) e una Blanche (A Spiaggia). A queste si aggiungono alcune birre stagionali e altre referenze che portano il totale a circa quindici birre diverse prodotte durante l’anno. Quasi la metà della produzione (45%) è assorbita da due birre: Badani (Pils) e Contamusse (American IPA).
Il Birrificio dell’Altavia è arrivato terzo nel concorso Birraio emergente e dal 2019 è costantemente nella Top 50 dei migliori birrifici italiani secondo il concorso Birraio dell’anno. Nel 2022 è stato nominato birrificio d’Eccellenza dalla Guida alle Birre d’Italia Slow Food con due “etichette imperdibili”, nel 2024 come “Chiocciola” della Guida.
Per il futuro Altavia punta a consolidarsi ulteriormente sul territorio e a concentrarsi sulla costanza qualitativa delle birre, così da garantire un’identità precisa e stabile delle referenze nel tempo. L’obiettivo primario non sarà l’aumento della produzione o l’accrescimento dell’offerta con birre estemporanee e sperimentazioni, bensì curare ulteriormente i dettagli del percorso avviato in passato e che ha già mostrato tutte le sue potenzialità.
Il birrificio Altavia vede in Open Hub una preziosa opportunità per spingere la birra artigianale oltre la ridotta nicchia di mercato che occupa attualmente. È una sfida stimolante, che esorta i birrifici coinvolti a mettersi in gioco in chiave collaborativa, con un ritorno d’immagine importante per tutto il settore. Il progetto Open Hub è poi uno strumento fondamentale anche per i singoli birrai, che possono migliorare le proprie competenze tecniche e produttive sia confrontandosi con un impianto produttivo più grande rispetto agli standard del segmento artigianale, sia scambiando idee con gli altri produttori partecipanti. In definitva l’iniziativa ha tutte le carte in regola per favorire una crescita settoriale, ripensando il posizionamento e l’accessibilità della birra artigianale in Italia.
Giorgio Masio, classe 1987 e ingegnere ambientale di formazione, realizzò che sarebbe diventato il birraio del suo futuro birrificio quando non possedeva ancora alcuna esperienza nella produzione brassicola. Si ritrovò catapultato nella sua nuova vita quasi d’improvviso nel 2015, mentre lavorava in uno studio tecnico e frequentava l'università. Fu allora che si imbatté in un bando per progetti di impresa chiamato ReStartApp e rivolto alle zone dell'Appennino italiano. Incuriosito, presentò insieme agli amici Emanuele Olivieri, Marco Lima e al fratello Daniele un'idea innovativa: un birrificio agricolo che potesse convertire terreni e strutture inutilizzate dell'Appennino ligure in un'attività produttiva, contribuendo allo sviluppo economico del territorio in modo sostenibile. Il progetto vinse il primo premio, fornendo ai tre futuri soci il capitale iniziale e la spinta per avviare concretamente il birrificio.
Pur essendo un grande appassionato di birra, Giorgio non si era mai cimentato nella produzione di birra, neanche tra le mura domestiche. Decise quindi di dedicare un anno alla formazione, lavorando in diversi birrifici liguri, tra cui il Birrificio Busalla e il Birrificio Finalese, e successivamente presso il Birrificio Canediguerra. Questa esperienza gli permise di acquisire le competenze necessarie per la produzione, con una particolare attenzione nei confronti della bassa fermentazione e delle birre luppolate. Così nel 2016 arrivò il grande momento, con l’apertura del Birrificio dell’Altavia che permise a Giorgio, Emanuele e Marco di concretizzare la loro visione di "birrificio per il territorio".
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